Casa Daria è situata al primo piano; composta da due camere, di cui una composta da un letto matrimoniale e un divano letto da una piazza e mezzo e la seconda da due letti singoli, un bagno con ampia doccia, soggiorno comprensivo di cucina.
Immersa nella campagna della classica tradizione carducciana, a due passi dal mare, casa Daria accoglie i propri ospiti in una magica atmosfera che riporta al passato, senza rinunciare a tutti i comfort dei tempi moderni.
Casa Daria risale agli inizi del secolo scorso e ne mantiene inalterate le armonie e le caratteristiche, ma, al contempo ricorre alle più avanzate tecnologie per la sostenibilità ambientale (isolamento termico, riscaldamento radiante, utilizzo di fonti rinnovabili etc.)
L'appartamento è situato al primo piano di un casolare composto da 3 appartamenti, al cui pian terreno abita la proprietaria.
È dotato di una camera da letto con un letto matrimoniale e un divano letto da una piazza e mezzo, una seconda camera con due lettini singoli, un soggiorno con cucina e ampio tavolo. La cucina è dotata di stoviglie, pentole e bicchieri. I fornelli sono a induzione.
V'è anche un bagno con ampia doccia.
Facilmente e velocemente raggiungibile, anche in bicicletta, è il mare con ampie spiagge di sabbia; nelle immediate vicinanze sono situati anche diversi centri storici di impronta medievale, come Castagneto Carducci, Bolgheri, Suvereto, Sassetta, Populonia, etc.
La zona è inoltre particolarmente vocata per la produzione di vino di grandissima qualità, luogo madre dei vini Super Tuscans. Suggestivi i paesaggi ricchi di vigne, numerose le cantine di cui è possibile degustare i prodotti. Un autentico paradiso per gli amanti del vino, in particolare del rosso.
Per i più piccoli, a Marina di Castagneto, a circa 10 minuti di macchina, è situato il parco-giochi “Il Cavallino Matto”.
La casa si affaccia su uno splendido quadretto che dà su Castagneto Carducci e sulla Torre di Donoratico, celebre per aver ospitato il Conte Ugolino della Gherardesca, citato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia nel Canto 33 dell'Inferno.